giovedì 29 novembre 2007

Genova


“C'è stato un tempo in cui pensavo di non avere radici. In un certo senso invidiavo chi non ne aveva. Invidiavo la libertà che mi sembrava derivare dall'assenza di radici. Adesso ogni volta che torno a Genova, percorrendo la sopraelevata, vengo conquistata dalla luminosità, dai palazzi che si sporgono l'uno sull'altro ad ammirare il mare, da questa città timida ed affascinante. Il vento. Boccadasse. I forti. La passeggiata di Nervi. La focaccia. I lavandini di marmo. I vicoli. De Andrè. BELIN. E' la mia città. Sono le mie radici, forti e profonde, e io ne sono fiera. Sento che il mondo mi appartiene ma io sento di appartenere profondamente a questa città, Genova. “

2 commenti:

Mario ha detto...

Preoccupante Laura. Questi sentimenti nostalgici in genere sono caratteristici degli anni che passano......diciamo a partire dai 50.
Nel tuo caso , certo che non si tratti di senilità precoce , credo si possano addossare al fatto che ormai manca così poco......Un bacione.

Andrew ha detto...

i genovesi invecchiano prima, come i cani
un anno nostro conta sette per loro