mercoledì 31 dicembre 2008

Spero che la fine sia lontana

"Il labirinto più dolce. Quella voce..la tua voce..silente e tranquilla. E` in cima ai miei pensieri, senza sosta. Di quella sera....di quei minuti di ingenua irrazionalità..voluti forse dall'avverso fato che a volte compie magnanime azioni....di quei momenti..solo un viaggio tra fantasie surreali permane nella mia mente....ma agli occhi ed al cuore sembra un sogno..ora..che della tua vita faccio parte....o almeno così è convinto il mio inconscio....il tuo amore..così limpido e sincero, trasparente, come lo specchio d`acqua gelata dei laghi scandinavi durante un rigido inverno. Non sei consapevole di avermi frantumata. In un attimo mi hai catturata in un labirinto..mi hai bloccata in un angolo senza via di fuga alcuna..senza alcun filo per ritrovar l`uscita poiché nemmeno tu sai dov`è posta.. ci siam finiti dentro inconsapevolmente..ed insieme, tacitamente, mano nella mano, ci siamo addentrati..ed ancor vaghiamo per solitari meandri....spero che la fine sia lontana".

martedì 30 dicembre 2008

Amore... e miracoli...

"I miracoli si presentano naturalmente come espressioni di amore. Il miracolo reale è l'amore che li ispira. In questo senso tutto che venga da amore è miracolo." Marianne Williamson

martedì 23 dicembre 2008

Natale 2008: gioia e nostalgia



Questo è il nostro primo Natale nella nostra nuova casa, e stiamo cercando di creare il "nostro" Natale, con tanti piccoli rituali da portare avanti negli anni, in modo che diventino tradizioni di famiglia. Abbiamo addobbato un grande albero, con palline e fiocchi dorati, e sotto abbiamo messo tutti i regali... tantissimi!
E' bello portare nella nostra vita da adulti un po' della magia del Natale di quand'eravamo bambini: io e Andrea infatti abbiamo scritto la letterina a Babbo Natale e abbiamo riempito la casa di pupazzi dal sapore natalizio. Intorno a noi, amici speciali che ci stanno aiutando a costruire il nostro Natale assieme...
E' bella Milano, sotto Natale: sono rimasta a bocca aperta davanti ai giochi di luce e di musica sulla facciata del Castello Sforzesco, e davanti al vecchio tram pieno di luci natalizie, che gira senza sosta per le vie del centro.


A integrazione di quanto scritto sopra, voglio però anche dire che non è per niente facile abbandonare di colpo le proprie tradizioni natalizie per crearne delle nuove: questo è quello che io sto vivendo in questi giorni... è un po' destabilizzante, anche se si ha accanto un marito speciale come Andrea..... Mi mancano da far male gli odori, i colori e rituali del Natale della mia famiglia di origine, nella casa dei miei genitori: mi manca la casa piena di amici, mi mancano le risate e la leggerezza di quelle feste... e poi, la Messa di mezzanotte nella mia città: i canti dei ragazzi dell'ACR, "Tu scendi dalle stelle" cantato tutti assieme al termine della funzione, e il presepe, immancabile, con il mare sullo sfondo e i pescatori in primo piano.. Mi manca l'albero di Natale della mamma, addobbato tutto di rosso; mi manca l'atmosfera della mia città in questi giorni di festa; mi mancano le persone con cui ho diviso i miei primi 28 anni di feste natalizie. Già: perchè da quest'anno sarà tutto diverso. Ma forse crescere è un po' anche abbandonare tutto questo... Voi che ne dite?


Quindi, quest'anno ho dentro di me un bel mix di gioia per quello che sto creando e di nostalgia di un passato tanto bello........


Auguro a Tutti di passare un Natale speciale... ovunque siate.. in armonia con voi stessi e circondati dai vostri affetti..



mercoledì 3 dicembre 2008

Farewell - Guccini

“Farewell” è il ricordo di una lontana storia d’amore, un amore che si credeva speciale e invece è finito come una storia “normale”, la malinconia trasuda da ogni riga di questo bellissimo pezzo.

E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent'anni portati così, come si porta un maglione sformato su un paio di jeans; come si sente la voglia di vivere che scoppia un giorno e non spieghi il perchè: un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è. Giorni lunghi fra ieri e domani, giorni strani, giorni a chiedersi tutto cos'era, vedersi ogni sera; ogni sera passare su a prenderti con quel mio buffo montone orientale, ogni sera là, a passo di danza, a salire le scale e sentire i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore, quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore. Poi giù al bar dove ci si ritrova, nostra alcova, era tanto potere parlarci, giocare a guardarci, tra gli amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino, religione del tirare tardi e aspettare mattino; e una notte lasciasti portarti via, solo la nebbia e noi due in sentinella, la città addormentata non era mai stata così tanto bella. Era facile vivere allora ogni ora, chitarre e lampi di storie fugaci, di amori rapaci, e ogni notte inventarsi una fantasia da bravi figli dell'epoca nuova, ogni notte sembravi chiamare la vita a una prova. Ma stupiti e felici scoprimmo che era nato qualcosa più in fondo, ci sembrava d'avere trovato la chiave segreta del mondo. Non fu facile volersi bene, restare assieme o pensare d'avere un domani e stare lontani; tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?" In ogni cosa un pensiero costante, un ricordo lucente e durissimo come il diamante e a ogni passo lasciare portarci via da un'emozione non piena, non colta: rivedersi era come rinascere ancora una volta. Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione, e il peccato fu creder speciale una storia normale. Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo, sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo. E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa; siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa. "The triangle tingles and the trumpet plays slow"... Farewell, non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d'estate con qualcosa di fragile come le storie passate: forse un tempo poteva commuoverti, ma ora è inutile credo, perchè ogni volta che piangi e che ridi non piangi e non ridi con me...