lunedì 15 marzo 2010

Le prime ore di Alessandro

...solo ora che, felice e serena, stringo tra le braccia il mio bimbo - allegro, vispo e paffuto - riesco a ri-pensare a quei momenti senza farmi travolgere dall'emozione e senza sentirmi mancare la terra sotto i piedi. Mezz'ora dopo aver partorito sono stata accompagnata nella nursery, per vedere il mio bimbo nell'incubatrice. Quello che ho provato nel vederlo , così, è un qualcosa di tanto violento da fare un gran male. Minuscolo, con i capelli bagnati, vestito solo con il pannolino... Inerte. Stanco. I sensori collegati al monitor con i parametri vitali, una flebo, e diversi altri "aggeggi" medici... Nell'ondata di sentimenti ed emozioni di quel momento ho messo a fuoco subito una grande pena per quell'esserino debole... un'enorme compassione per lui e per l'inizio difficile che la vita gli aveva riservato. Dentro di me, anche la paura che potesse non farcela: accanto a me, come sempre, mio marito forte e fiducioso, vestito con camice e calzari verdi, che sorrideva, con gli occhi innamorati, a quel vetro. E poi, sensi di colpa, e un tragico senso di impotenza: il non poter fare NULLA per lui... La voglia di coccolarlo e stringerlo, di proteggerlo e rassicurarlo, e non poterlo fare. La voglia di piangere ed abbandonarsi alla paura, alla stanchezza, e la necessità di essere, ancora una volta, forti.

lunedì 1 marzo 2010

Grazie, Amore!


Un anno fa ho saputo che c'eri. Da quel momento, anche se eri solo un fagiolino, sei diventato la mia ragione di vita. Ora sei il mio TUTTO. Grazie, AMORE!